Dogtooth (in pochissime sale)

Le serate al cinema sono per me speciali, a maggior ragione se ricorre il mio compleanno. Mio marito mi accontenta sempre e decidiamo di rischiare andando a vedere il film di Lanthimos, che a Cannes 2009 ha vinto un premio speciale e che arriva prima di tutto quello che io conosco del greco: The Lobster, Il Sacrificio del Cervo Sacro e La Favorita.

La sala cinematografica dove lo proiettano è oltre il cinema d’essai: è quella parrocchiale. Ci accoglie un signore anziano con un orecchio ricucito con numerosi punti di sutura e sordo ad ogni richiesta di chiarimento sulle norme anti COVID. Solo dopo abbiamo capito che quella ferita così sfacciata e un po’ inquietante era un presagio di quello che ci aspettava in sala.

Il film si svolge totalmente all’interno di una proprietà signorile in cui è confinata una famiglia composta da padre, madre, un figlio maschio e due figlie femmine. Si intuisce precocemente che il confinamento è imposto dai genitori sui figli, ignari che il mondo al di là del cancello sia frequentabile. L’unico ad uscire è il padre che, prima di portare alla famiglia viveri o altro, priva ogni confezione delle etichette. I figli vengono chiamati bambini, anche se sono dei giovani adulti e sono sottoposti ad uno stretto regime di attività quotidiane per tenerli continuamente impegnati. Alcune cose non le chiamano con il loro nome, ma con quello insegnato dai genitori e abbaiano ai gatti che credono animali estremamente pericolosi, mentre aspettano che cada il loro dente canino destro o sinistro per poter lasciare il nido.

Tutto il racconto scorre nella quotidianità creata per poter preservare questo equilibrio messo a volte a dura prova da gesti violenti e inaspettati, che mi sorprendono come una vergata sul viso.

Unica frequentatrice della casa è una donna che si presta a soddisfare sessualmente il figlio maschio dietro pagamento. E sarà proprio lei a travolgere questo piccolo, artefatto e psicotico microcosmo
Lanthimos per me è un frequentazione imprescindibile. Non chiedetemi di criticarlo poichè ad oggi non ne sarei capace. La verità è che da sempre subisco il fascino degli psicopatici. Qui troverete spesso elogi ad eroi tutt’altro che convenzionali che spero piaceranno anche a voi.

Alla prossima visione.
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