Darren Aronofsky dopo aver vinto un Leone d’Oro nel 2008 con The Wrestler, porta sullo schermo un racconto che parla del doppio, tema molto caro al cinema.
Natalie Portman interpreta in modo talmente convincente da farle vincere un’Oscar, una ballerina che sta cercando di conquistare il ruolo da solista che vale una carriera. Il suo alter ego è Mila Kunis, che rappresenta tutto quello che lei non riesce ad esprimere: irrazionalità e sensualità. A dirigere il corpo di ballo c’è uno spietato quanto bravo Vincente Cassel che riesce a vedere nella Portman quello che tutti gli altri non vedono: un cigno nero dentro un cigno bianco. E grazie all’opera da mettere in scena, Il lago dei cigni, dove il dualismo e lo specchio ne sono la caratteristica principale, la protagonista riuscirà a tirar fuori da dentro di sè quello che neanche immaginava di avere, il tutto però ad un caro prezzo.
Il regista in questa opera di livello riesce a raccontare con inquietudine sempre più crescente il dramma interiore della protagonista, vittima delle sue stesse fragilità e delle sue psicosi, amplificate da una madre maniaca e psicologicamente frustrata che la porta alla follia.
DA VEDERE PERCHÉ
Ci sono tutti gli elementi per combinare una racconto ritmato che va sempre in crescendo, tra musiche coinvolgenti e specchi traditori.
DA VEDERE CON
Birthday girl, 2001 di Jez Butterworth perchè quando Vicent Cassel riesce a vestire i panni dello strafottente diventa irrestistibile
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